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                      Quel 
                        che più colpisce in questo itinerario, soprattutto 
                        in alcune località, è la campagna. Silenzioso 
                        distacco dal rumore e dal ritmo cittadini. Una campagna 
                        spesso molto estesa, dove l'assenza di case e la presenza 
                        qua e là di antichi rustici lascia libera la fantasia 
                        di immaginare come fosse dura la vita in questi luoghi 
                        nel Medioevo.  
                        Dopo lo spopolamento indotto dalla forte pressione fiscale 
                        di Diocleziano e Costantino (dal 285 al 337) quando i 
                        pochi coloni sopravvissuti tagliavano le viti e gli alberi 
                        per non pagare a Roma le forti tasse dovute ai loro prodotti, 
                        e dopo che le signorie medievali e i monaci taglieggiavano 
                        gli agricoltori provocando la desolazione dell'area, pian 
                        piano i campi si ripopolarono grazie all'agricoltura intensiva 
                        che lasciava migliori margini per la sopravvivenza familiare. 
                         
                         
                        Questi campi, coltivati per mille anni per darne cereali, 
                        verdure, frutta e vino alla Chiesa, ai Carraresi, ai Veneziani 
                        e ai signori di turno, furono attraversati nei secoli 
                        da milioni di armati che qui combatterono ferocemente. 
                        Passarono i Fenici, i Romani, i Bizantini, Alarico e i 
                        Visigoti (nel 400 d.C.), Radagasio e gli Svevi, poi i 
                        Vandali (405), ancora Alarico quando nel 409 distrusse 
                        Padova, Attila con gli Unni che nel 425 fecero fuggire 
                        i padovani in laguna, Odoacre con gli Eruli, Teodorico 
                        con i Goti, Alboino con i Longobardi nel 568, i Franchi 
                        e gli Estensi. Poi gli eserciti francesi, austriaci, italiani, 
                        infine i tedeschi e gli alleati. 
                        Molto più avanti nel tempo, come ricorda sul finire 
                        del 1400 il veneziano Marin Sanudo "Gran parte d'homeni 
                        del territorio padovano dorme suso la paglia, gran parte 
                        vive de herbe e quelli che stan meglio vive de sorgo e 
                        de semoloti". 
                         
                        E fu nel Cinquecento che l'introduzione del mais arrivato 
                        dalle Americhe, portò un nuovo sviluppo all'agricoltura 
                        locale, trasformata in alcuni casi in produzione intensiva. 
                        Su queste terre amministrate dai gastaldi miseramente 
                        vivevano e morivano i servi della gleba. In queste terre 
                        generose passarono prima pestilenze e carestie, poi trovavano 
                        rifugio i briganti. | 
                     
                    
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