La
sfida di Aldobrandino davanti a Barbarossa |
Come
ricorda un'antica lapide, nel 1177 Aldobrandino, un conselvano
che militava nell'esercito di Barbarossa, sfidò
a duello Enrico, un commilitone tedesco che aveva accusato
gli italiani di vigliaccheria. Il combattimento si svolse
a Padova (forse fuori Porta Santa Croce, forse in una
delle piazze) davanti all'esercito schierato e in presenza
dello stesso imperatore che consentì questo duello
davanti alla folla padovana.
Aldobrandino vinse in maniera schiacciante, tanto che
Barbarossa lo nominò cavaliere e anche conte. |
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Giovanni
Lazara, campione dei tornei |
Abilissimo cavaliere del Cinquecento, Giovanni de Lazara
(figlio di una Foscarini) vinse nel 1548 la celebre
giostra di piazza dei Signori a Padova. Ma per la sua
abilità Giovanni era conosciuto anche all'estero,
tanto che re Filippo di Spagna lo nominò cavaliere
di Spagna dopo la sua vittoria in una giostra a Madrid.
Tornato a casa, la Serenissima lo nominò alfiere
della cavalleria e capitano di 50 armigeri. Venezia
lo volle anche vicario di Conselve e il doge Nicolò
da Ponte nel 1578 gli concesse di realizzare la fiera
annuale di S.Agostino.
Quale miglior cavaliere padovano del tempo, la città
volle che fosse lui ad accogliere nel 1574 il re di
Francia Enrico III offrendogli un cavallo.
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Il
brigante contro il papa |
Quando il 20 maggio 1782, Papa Pio VI deviò per
Conselve sulla strada dall'Austria a Roma (di ritorno
dall'imperatore Giuseppe II con i suoi doni) venne affrontato
dal brigante Clodino da Conselve. Il meschino, che assieme
a un complice tentò a Cartura un assalto della
colonna papale scortata da molti cavalieri, venne arrestato
e condotto in carcere a Conselve.
Il pontefice intanto deviò a Conselve in attesa
che fossero rimesse in sesto le strade Pisane (la Monselice-Rovigo)
allora in pessime condizioni. Fu il vicario di Conselve
Alvise Ajaccio a provvedervi. Il Papa fece una breve sosta
per il cambio dei cavalli e benedì il popolo. |
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Importati
nel 1115 i vitigni di Teolo |
Attorno al 1115 Alberto da Baone portò a Conselve
alcuni vitigni dai suoi possedimenti di Teolo e qui attecchirono
dando origine a un buon vino. |
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Del
1397 la prima bandiera |
Lo
stendardo di Conselve (della Vicheria) sventolò
ufficialmente per la prima volta a Padova il 12 agosto
1397 al cospetto di Francesco Novello da Carrara, signore
di Padova, durante una parata in Prato della Valle. La
bandiera era rossa con al centro una testa di serpente.
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Conselvana
la prima fiera dei buoi |
Giovanni
Lazara, vicario della Serenissima a Conselve, il 30 giugno
1578 qui istituì la prima Fiera dei buoi, mostra
annuale della durata di tre giorni. Nel 1753 a Conselve
nacque il mercato settimanale delle merci, sempre concesso
dai Veneziani. |
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I
macellai divenuti nobili |
La famiglia conselvana Capodivacca, come il nome lascia
intuire, era di macellai. Ma nel 1420 per l'onestà
dei suoi componenti venne decretata nobile dalla Serenissima
e le venne attribuito lo stemma riportante una testa di
vacca e un coltello. |
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In
Prato il comando dei gendarmi austriaci |
A
Palazzo Toffano di via Roma, nel 1848 Giovanni Toffano
stabilì il Comando della gendarmeria dell'Imperial
Regio Governo Austriaco. La villa si chiamava Prato perché
vi si svolgeva l'annuale fiera cavalli. |
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Anche
Conselve ha la sua piazza Navona |
Si
chiamava infatti così l'attuale piazza Garibaldi. |
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Il
lascito a 8 donzelle povere ma di buoni costumi |
Nel
testamento del 1653 Alvise Malipiero dispose un lascito
annuale "a quattro donzelle povere, ma di buoni costumi,
di Conselve" e a quattro di Gorgo di Cartura. |
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Le
campane che non divennero mai canoni |
Nel 1943 il governo fascista dispose che anche le due
campane del duomo venissero fuse per farne armi da guerra.
Vennero così staccate dal campanile, ma mons. Dal
Prà riuscì a sapere dove si trovavano e,
dopo l'8 settembre '43, le ritirò dalla ditta Colbachini
e le sotterrò fino a guerra ultimata. |